aprile 14th, 2015
In un processo di valutazione d’azienda per un processo di cessione, si rende necessario “fare il bilancio reale”… Tutto questo per arrivare all’ebitda normalizzato che è la base di calcolo.
Per riconciliare il bilancio depositato al bilancio reale bisogna passare dalle “normalizzazioni” che nella stragrande maggioranza sono riconducibili a queste 7 casistiche:
1) Spese/ricavi della società non imputabili alla stessa ma all’imprenditore e alla sua famiglia
2) Salari e bonus dell’imprenditore e dei familiari diversi dai valori di mercato
3) Affitto immobile riconducibile all’imprenditore e con valore diverso da quello di mercato
4) Costi di start up o manutenzioni straordinarie spesati nell’esercizio
5) Capitalizzazioni di spese correnti
6) Costi eccezionali o ‘una tantum’ da depurare
7) Sovra o sotto valutazione del magazzino
Le normalizzazioni della valutazione d’azienda, con grande pazienza si devono spiegare ma, come dico spesso, la ricostruzione è un percorso necessario e a volte in salita nella negoziazione.
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gennaio 31st, 2015
Quando si effettua una valutazione d’azienda la presenza di un management competente e qualificato determina decisamente un miglior prezzo.
Quale tipo di management aumenta il valore aziendale?
A mio parere è opportuno effettuare una distinzione del management nelle due seguenti categorie:
1) Manager di Fiducia. Si tratta di persone molto fedeli all’azionista che osservano molto disciplinatamente le direttive. Hanno il pregio di godere della massima fiducia dell’imprenditore/casa madre grazie a numerosi dimostrazioni in tal senso, hanno il difetto di mancare di imprenditorialità e attenzione al risultato.
2) Manager di Risultato. Si tratta di persone che si pongono un chiaro obiettivo aziendale e fanno di tutto per raggiungerlo. Hanno il pregio di conseguire i risultati e il difetto di essere un po’ allergici alle direttive dell’imprenditore/casa madre che a volte li fanno deviare dai propri obiettivi (chi lavora in azienda sa benissimo di cosa si tratta).
Data questa distinzione, ritengo che i manager di fiducia siano decisamente poco interessanti per qualsiasi tipo di acquirente in quanto poco autonomi e dotati di iniziativa; Dalla mia esperienza gli imprenditori italiani preferiscono essere circondati da manager di fiducia piuttosto che da quelli di risultato sottraendo dunque valore all’ azienda.
I manager di risultato invece posso garantire una certa continuità aziendale anche in assenza dell’imprenditore. Hanno capacità tecniche e di adattamento a situazioni sfidanti rispetto alle quali assumersi delle responsabilità.
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marzo 26th, 2013
In un processo di valutazione d’azienda, ecco alcuni elementi che riducono il valore della stessa (o del moltiplicatore)
• Forte concorrenza ad esempio con prodotti uguali a quelli dei competitors
• Assenza completa di un marchio o di una caratteristica distintiva (es. conto terzisti)
• Concentrazione della clientela: uno o più clienti costituiscono la maggior parte delle vendite
• Concentrazione in mercati maturi
• I prodotti sono verso la fine del ciclo di vita di un prodotto
• Sono necessari degli investimenti e gli impianti di produzione sono da modernizzare
• Ci sono dei procedimenti legali o fiscali in corso o forti problematiche ambientali o contrattuali
• Gli indicatori finanziari sono inferiori alla media del settore di riferimento
• Elevata ciclicità del business e anche elevata stagionalità
• Management inadeguato o da sostituire ad esempio per motivazioni anagrafiche
E’ chiaro che nessuno è perfetto e chiunque ha qualcuno di questi elementi. E’ altresì palese che questi sono i punti fortemente discussi dal compratore durante la negoziazione.
Quindi, visto che la domanda arriva senz’altro, prepariamoci prima la risposta!
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marzo 16th, 2013
Ecco alcuni elementi che aumentano la valutazione d’azienda (o in altri termini il moltiplicatore)
• Avere dei prodotti con un forte marchio, oppure prodotti brevettati
• Avere una clientela diversificata, nessun cliente deve superare ad esempio il 10% del totale delle vendite
• Un buon management team con più di una figura chiave
• Pochi competitor (a volte grazie ad un posizionamento di nicchia)
• Prodotti all’inizio del ciclo di vita o posizionamento su mercati emergenti
• Capacità di aumentare la produzione con i macchinari esistenti non obsoleti
• Non avere azioni legali o fiscali pendenti o particolari problematiche ambientali o contrattuali
• Una forte componente anticiclica (ad esempio settori alimentari o con forte ruolo dell’assistenza tecnica)
• Capacità previsionali e prevedibilità del business stesso (ad esempio con contratti di lungo periodo o con forte rigidità al cambiamento da parte della clientela)
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giugno 10th, 2012
Ci sono diversi metodi quantitativi comunemente accettati sulla valutazione d’azienda (metodo multipli, patrimonio netto rivalutato ecc ecc).
Tutto questo ha un indubbia valenza ma l’importanza fondamentale è stabilire se c’è un mercato e quanto il mercato è disposto a pagare.
La definizione corretta di valutazione d’azienda è a mio parere la seguente: il prezzo a cui giungono due controparti dove nessuna delle due ha un disperato bisogno di vendere o acquistare e dove per entrambe ci sia una conoscenza ragionevole degli elementi importanti della transazione.
E’ chiaro che ci siano, oltre agli aspetti quantitativi, molti aspetti psicologici, ad esempio la stessa persona attribuisce due valori diversi alla stessa cosa a seconda che la debba vendere oppure comprare; sembra far parte della natura umana assegnare un maggior valore a qualche cosa che ci appartiene (specialmente se abbiamo fatto sacrifici)…
Per concludere infine voglio suggerire agli azionisti che ricevono un’offerta per la cessione della loro società, prima di fare il solito teatrino del “sentirsi offeso”, valutate bene e con serenità che ne vedo tanti che poi si pentono amaramente…
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